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Il murales di Maradona: una storia lunga 30 anni

Il Murales di Maradona a Napoli

L’episodio della morte di Diego Armando Maradona non ha lasciato nessuno indifferente e in questo periodo più che mai il mondo dell’arte nelle sue molteplici forme si avvicina a uno dei più grandi artisti della storia del calcio. Le proiezioni sul Burj Khalifa, le vignette dei più famigerati illustratori, i video commemorativi, i dipinti e i solenni murales che lo ritraggono maestosamente in tutto il mondo, trasmettono la certezza che l’immagine de “El Pibe de oro” non è destinata a sbiadirsi presto dai nostri ricordi.

Sono diversi i luoghi al mondo che ricordano il fuoriclasse dello scenario calcistico legando indissolubilmente la propria storia a quella della vita del calciatore. Tra questi Rosario, la città più grande e popolosa della provincia di Santa Fe a circa 300 km da Buenos Aires e la nostra calorosa Napoli.

Avreste mai immaginato che potesse esistere una religione monoteista fondata dai sostenitori del campione argentino con tanto di sacramenti, comandamenti, preghiere e festività dedicate? Questo è quanto accade intorno alla “Iglesia Maradoniana”, un luogo di culto del tutto singolare costruito a Rosario il 30 ottobre 1998 attraverso cui poter mantenere vivo il ricordo di Maradona, per tanti considerato un Dio.

Credits to “TGcom 24”

E anche se Napoli non è arrivata a farsi promotrice della creazione di una nuova religione dedicata al campione che per 7 stagioni calcistiche ha mantenuto alto l’onore degli azzurri, la devozione del popolo partenopeo all’uomo che quando scendeva in campo faceva sognare tutti ad occhi aperti, non si è mai smentita nel tempo. La notizia della morte di Diego ha colpito duramente i cittadini napoletani che, dello Stadio San Paolo e delle facciate dei 2 palazzi su cui è ritratta l’immagine del calciatore, ne hanno fatto luoghi di preghiera.

 

L’indelebile storia del murales di Maradona

La prima delle imponenti opere di street-art dedicate a Maradona della città partenopea e che oggi è circondata da cimeli, ricordi e lumini, è stata dipinta ben 30 anni fa. La sua storia rispecchia la cura e la dedizione di Napoli e dei suoi abitanti nei confronti del calciatore che ha fatto la storia del calcio italiano indossando la maglia di una città che l’ha profondamente amato.

Il murales di Maradona, oggi trattato quasi come un oggetto sacro, si trova nel bel mezzo dei quartieri spagnoli di Napoli, sulla facciata di un palazzo di Via Emanuele de Deo. Il campione è stato rappresentato mentre correva nel bel mezzo di una partita con al braccio la fascia di capitano e indossando la maglia numero 10 del Napoli che come sponsor allora aveva Mars. I bambini della zona, da anni, crescono in quelle strade inseguendo un pallone, sentendosi osservati dall’alto dall’immagine di un campione che imparano da subito a riconoscere come un idolo.

 

La versione dell’opera del 1990

Credits to “Il Napolista”

La prima versione del murales dei quartieri spagnoli risale al 1990, quando il giovane artista appena ventitreenne Mario Filardi, che in quelle strade ci era cresciuto, decise di rendere omaggio a Diego Armando Maradona a seguito della conquista del secondo scudetto del Napoli. Il disegno del murales si ispirava a una piccolissima fotografia di Maradona e venne realizzato con le risorse economiche raccolte grazie ad una colletta organizzata da un capo ultras del Napoli tra gli abitanti del quartiere. L’artista Mario Filardi, lavorò incessantemente tre giorni e due notti circondato dai suoi amici che nelle ore buie gli facevano luce accendendo i fari delle macchine. Tutti i loro sforzi vennero ricompensati dalla grande festa svolta a murale finito, quando l’euforia dei locali affascinati dalla bellezza dell’opera, fu accompagnata da splendidi fuochi d’artificio.

 

Il restauro del murale nel 2016

Credits to “Il Napolista”

Con il trascorrere degli anni, l’opera murale iniziò a sbiadirsi e nel 2016 si decise di farla risplendere attraverso un’operazione di restauro. Il lavoro venne eseguito da Salvatore Iodice, un artista e artigiano dei quartieri spagnoli, che grazie ai soldi raccolti da una nuova colletta e alle donazioni di materiali come pittura, scale e pennelli, ripristinò la bellezza del murales e l’entusiasmo dei concittadini che guardando il dipinto ricordavano più vividamente che mai momenti di immensa gloria.

 

Il ritocco finale del graffito nel 2017

Credits to “Il Mattino”

La nuova versione del murales, però, aveva una pecca secondo i seguaci più certosini del grande campione: non ritraeva in maniera realistica il suo volto. Per questo motivo si stabilì nel 2017 di affidare il lavoro di un ulteriore restauro all’artista argentino Francisco Bosoletti, il quale dopo essersi accertato che il suo intervento non avrebbe disturbato l’artista che prima di lui lo aveva portato alla luce, ritrasse nuovamente il viso del grande calciatore.

Il murales di Maradona nei quartieri spagnoli di Napoli, rappresenta il legame e l’affetto indissolubile che la città nutre per uno dei campioni più grandi della storia del calcio. Siamo certi che il murales dedicato a “El pibe de oro” continuerà a essere oggetto di grande cura da parte di tutti coloro che guardandolo sentano viva l’emozione suscitata da un campione di un altro pianeta, un pianeta dove ci piace immaginare sia tornato.

 

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6 thoughts on “Il murales di Maradona: una storia lunga 30 anni

    1. Indubbiamente un grande talento anche molto amato…. ci stanno richiedendo tanti murales e quadri su commissione proprio su Maradona, le persone ne erano super appassionate

  1. Comunque il nome dell’artista argentino che ha ritratto il viso di Maradona non è corretto: il cognome è Bosoletti, non Basoletti.

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