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Un giovane street artist: dal Marocco all’Italia, l’arte di Marko

I nostri racconti di stili e artisti sulla street art in Italia sono tutti diversi, partendo dalla storia di un giovane street artist fino a figure più affermate, quello che vi vogliamo presentare oggi è sicuramente uno dei più speciali.

Oggi vi riportiamo la storia di Nabil Bougrine, in arte Marko, un ragazzo che potremmo definire come la personificazione dell’inseguire un sogno, ad ogni costo. Non si tratta semplicemente di un giovane street artist di talento, ma anche di una persona che ha affrontato i mari per viaggiare dal Marocco alla Spagna, con il sogno di arrivare in Italia. 

Il suo unico desiderio era quello di essere un artista, un artista di strada come forse non ne esistono più, che rappresenta “il bello” per portare gioia alle persone, come si può intuire direttamente dalle sue parole.

In quest’occasione abbiamo deciso di intervistarlo, per portarvi direttamente le parole di un giovane street artist che ha tanto da imparare, ma che ha già tanto da raccontare!

L’INTERVISTA AL GIOVANE STREET ARTIST MARKO

Chi sei? Presentati…

Sono Nabil, nato in Marocco e ho 28 anni. Sono un artista e amo la street art, potremmo dire tutto ciò che riguarda la pittura. Ora abito ad Amaro, in una delle case della Caritas.

 

Di cosa ti occupi nel mondo dell’arte?

“Dipingo tutto ciò che trovo bello, e lo rappresento su muro, mi piace pensare di portare gioia alle persone.”

Se dovessimo presentarti come artista in 3 parole di te dovremmo dire?

“Sono un pugile che ama disegnare.”

 

Parlaci della tua tecnica, come si sviluppa?

“Il mio stile, la mia tecnica, si sono evoluti con il tempo e con la pratica. Una parte importante è stato conoscere persone, diventate poi amiche per condividere le esperienze acquisite.”

Dacci una definizione di “Arte per te”:

“L’arte per me è tutto ciò che trovi confortante. Ciò che rende te e l’ambiente circostante felice per mezzo della tua creatività e grazie a quello che stai facendo.”

 

Passiamo alla persona Markos, raccontaci un po’ la tua storia (se te la senti), e come ti ha portato fino a Udine:

“Fin da bambino ho sempre amato disegnare. Mio padre però mi ha costretto a smettere di farlo, perché vedeva il disegno come una perdita di tempo. Allora ho cominciato a nascondermi da lui per farlo, io volevo disegnare.

Mio padre voleva che fossi un poliziotto o un soldato, ma io non volevo. Non ho potuto nemmeno finire gli studi all’università perché lui non voleva che si spendesse nulla per me. Quindi ho smesso di studiare e ho fatto quello che mio padre voleva che facessi, il poliziotto, ma ho fallito più volte l’esame per entrare nell’accademia di polizia perché semplicemente non volevo! Dopo un po’ di tempo mio padre ha cominciato a minacciarmi: se non avessi smesso di inseguire il mio sogno collegato all’arte e al disegno, e se non mi fossi lasciato andare alla realtà, sarei stato il motivo della separazione della mia famiglia. Mia madre, a causa di questi litigi e problemi, si ammalò diverse volte, questo mi ha spinto ad uscire spesso di casa… e a pensare al suicidio. Effettivamente ho provato a suicidarmi tre volte.

E’ stato in quel momento che ho cominciato a pensare di emigrare, questa idea mi spaventava molto. Ma io ho un sogno, ed è per questo che ho rischiato la mia vita. In mare, per raggiungere le Isole Canarie, ci abbiamo impiegato quattro giorni invece che due. Il mare era molto agitato, e per quattro giorni e quattro notti non ho mangiato, non ho dormito, non ho bevuto. Mentre ci avvicinavamo alla meta sono arrivate le squadre di soccorso spagnole. Era una situazione veramente difficile.

Una volta arrivato in Spagna, è cominciato il mio viaggio alla volta dell’Italia. Ho impiegato circa un mese per arrivare in questo Paese. La prima città italiana in cui mi sono ritrovato è stata Milano e dopo tre giorni ho raggiunto un mio amico connazionale a Verona per stabilirmi da lui e per lavorare con lui. Quando sono arrivato a Verona però, non mi ha più voluto parlare e mi sono ritrovato a dormire in strada, cercando altre famiglie marocchine a cui chiedere aiuto e ospitalità. Ho trovato una casa abbandonata e lì ho passato le notti, la mattina cercavo cibo da ristoranti gestiti da persone del mio Paese oppure da altre famiglie di connazionali. Ho fatto così fino a che non ho trovato un altro signore marocchino che mi ha portato in una casa pagando l’affitto per i primi due mesi.

Dopo un mese ho trovato un lavoro agricolo con l’aiuto di una persona che stava da noi, e ho cominciato a cercare delle associazioni che aiutano persone immigrate. Questo perché dopo solo un mese che lavoravo ci hanno tolto il lavoro e quando abbiamo chiesto i soldi che avevamo guadagnato, non ci hanno dato niente.

Nella mia ricerca di associazioni, ne ho trovate molte, tra cui le associazioni “Centro Astalli” e “Nuovi Vicini”. Ho deciso di prendere la mia borsa e mi sono diretto a Udine in un’associazione chiamata “OK”. Il mio piano era quello di iniziare a lavorare nelle città vicine al confine est dell’Italia. Se non avesse funzionato mi sarei spostato verso Pordenone, Padova oppure Trento. 

Non ho trovato però l’associazione ”OK” nella loro sede. Questa volta ho chiesto ad un ragazzo algerino se sapesse dirmi il nome di un’associazione a Udine; è stato lui a parlarmi di “Caverzani” dove dopo tutti questi problemi e cattive esperienze, sono stato finalmente accolto.”

L’arte ti ha aiutato in momenti difficili?

“Tanto, tantissimo.”

 

Un consiglio spassionato ad un giovane street artist: qual è l’ingrediente fondamentale?

“L’ingrediente fondamentale è l’amore. Non è l’avere un hobby che ci porta a creare, ma bisogna avere l’amore per l’arte per essere creativi.”

 

Dove i nostri appassionati possono trovare i tuoi lavori?

“Nella strada, faccio street art alla fine.”

Queste erano le parole in presa diretta di Marko. Possiamo definire la storia di questo giovane street artist come ispirante e molto emozionante. Dopo grandi difficoltà ora può finalmente esprimere la sua creatività liberamente. Noi vogliamo invitarvi a seguire su Instagram Marko street artist! E noi sicuramente gli offriamo il nostro supporto per le avventure future che incontrerà.

Vi interessa l’argomento? Abbiamo scritto altri articoli su giovani street artist sul nostro sito!

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