La Glitch Art: un originale movimento di arte contemporanea nato dagli errori digitali
Nell’arte contemporanea il fallimento, gli errori e i difetti possono portare a nuovissime invenzioni e correnti artistiche originali. Un esempio è proprio la Glitch Art! Gli errori possono essere utilizzati dall’artista in modo unico e creativo per dare vita a qualcosa di nuovo… È un’interessantissima riflessione che può essere di ispirazione a molti artisti… Come diceva il grande De Andrè “dai diamanti non nasce niente/dal letame nascono i fior”!!!
Glitch Art: che cos’è?
Iniziamo dal principio… cosa significa il termine inglese “glitch”? Questa parola deriva dal tedesco ‘glitschen’ (slittare) e dalla parola yiddish ‘gletshn’ (scivolare, pattinare); nel mondo tecnologico un “glitch” digitale o analogico fa riferimento ad un breve e improvviso difetto del sistema che si può presentare in vari campi di applicazione dell’elettronica.
A partire dagli anni ’70 questi errori di sistema in tecnologie percepite come infallibili e potenti ispirarono, insieme alle correnti artistiche di avanguardia come il Cubismo, il movimento artistico della Glitch Art. La corrente artistica delle Glitch Art ebbe un’importante risonanza nelle arti visive, uditive e nel design. Questa espressione artistica, infatti, prevede l’utilizzo di immagini, video e audio intenzionalmente disturbati e alterati dagli errori. Questo incontro ravvicinato con una dimensione caotica, confusa e imperfetta ha portato alla creazione di un vero e proprio genere artistico, capace di trovare la bellezza estetica nell’errore digitale… da qui nasce la Glitch Art!
Alcuni esempi di tecniche utilizzate nella Glitch Art
Ma quali sono le tecniche che gli artisti della Glitch Art utilizzano maggiormente?
– Pixelation: visualizzazione di un bitmap di dimensioni così grandi da rendere evidenti i singoli pixel (piccoli elementi di visualizzazione quadrati monocolore che compongono il bitmap);
– Light leaks: un foro o uno spazio vuoto nel corpo di una fotocamera o altro strumento ottico, in cui la luce è in grafo di ‘filtrare’ nella camera esponendo la pellicola o il sensore di luce con luce extra;
– Double exposure: l’esposizione multipla consiste nella creazione di un’immagine attraverso la sovrapposizione di più immagini ottenute in diverse esposizioni;
– Noise and grain: effetti di granulosità e disturbo;
– Color degradation: degradazione della qualità del colore che lo rende meno intenso, più sfumato. Può avvenire naturalmente, con il passare del tempo, oppure con l’esposizione a elementi naturali come il sole.
Glitch Art, musica e moda
La Glitch Art è un fenomeno che interessa anche dispositivi uditivi, oltre che visivi. Nel mondo della musica ha trovato un’infinità di manifestazioni, specialmente nei sottogeneri della musica elettronica… techno, IDM e ambient attraverso distorsioni del suono, riverberi, ronzii, campionamenti, rumori elettronici, elementi lo-fi e noise.
La Glitch Art, inoltre, diventa anche un’importante occasione per le case di moda, poiché oltre ad essere impattante visivamente, porta con sé anche un elemento valoriale di ribellione e provocazione. I designer quindi si avvalgono della Glitch Art; tramite l’elaborazione e la distorsione creano tessuti e pattern con un intenzionale inserimento di errori.
Terrence Morash, creative director di Shutterstock dichiara: “There’s a controlled imperfection to [glitch art], and it’s a reminder of the technical elements of design. It visualizes technology as having a combination of textures and patterns but without perfection.”
Alcuni dei maggiori esponenti della Glitch Art
Len Lye è un artista neozelandese che ha realizzato il pionieristico e sperimentale video animato “A Colour Box” (1935).
Nam June Paik è un artista statunitense di origine sudcoreana ricordato per le video sculture come “TV Magnet” (1965).
Gli artisti Raul Zaritsky, Jamie Fenton e Dick Ainsworth hanno creato il video glitch “Digital TV Dinner” (1978).
Cory Arcangel è un artista statunitense che ha realizzato “Panasonic TH-42PWD8UK Plasma Screen Burn” (2007).
L’artista Phillip Stearns con il progetto “Year of the Glitch” (2012) manipola fisicamente i circuiti della macchina fotografica digitale permettendole di catturare immagini al di fuori delle nostre realtà visive. Inoltre, cerca di estendere il concetto di glitch al mondo tessile.
Altri esponenti della Glitch Art
Luke Jerram è un artista daltonico che sperimenta illusioni ottiche e percezioni visive. Il suo nome è legato all’installazione “Maya” (2013). Maya è una scultura che ha suscitato stupore nei pressi della stazione ferroviaria di Bristol Temple Meads in Inghilterra. L’opera, in lontananza, delinea la figura di una ragazza (la figlia dell’artista che si chiama Maya). Man mano che lo spettatore si avvicina l’oggetto sembra frammentarsi in cubetti… La scultura agisce come un ritratto tridimensionale. Maya è stata scansionata con un Kinect e apparecchiature X-box al Machine Vision Laboratory di Bristol. La scansione è stata poi sgranata in quadrati cosiddetti voxel. L’insieme, composto da più di 5.000 quadrati, è stato applicato all’alluminio per creare la scultura finita.
Rosa Menkman (1983). È un’artista tedesca, curatrice e ricercatrice i cui lavori si concentrano sui glitch nelle tecnologie analogiche e digitali… La prospettiva standard adottata oggigiorno impone efficienza, ordine e funzionalità alle nostre tecnologie. Rosa Menkman, attraverso una ricerca artistica e teorica, si propone di svelare gli errori anti-utopici dei macchinari in modo da produrre nuovi modi di utilizzare e percepire le tecnologie contemporanee.
Ed eccoci alla fine di questo articolo sulla Glitch Art… la corrente artistica che evidenzia l’importanza dell’errore nell’arte contemporanea.
L‘errore come atto generativo nel mondo artistico
L’errore può essere sorprendentemente utile. Se utilizzato nel modo giusto infatti può essere un’ importante scintilla nel processo generativo delle idee! Ecco cosa scriveva il mitico Gianni Rodari in “Grammatica della fantasia”:
“Da un lapsus può nascere una storia, non è una novità. Se, battendo a macchina un articolo, mi capita di scrivere “Lamponia” per “Lapponia”, ecco scoperto un nuovo paese profumato e boschereccio: sarebbe un peccato espellerlo dalle mappe del possibile con l’apposita gomma; meglio esplorarlo, da turisti della fantasia. […] Un magnifico esempio di errore creativo è quello che si trova, secondo il Thompson (“Le fiabe nella tradizione popolare”, Il Saggiatore, Milano 1967, pag. 186), nella “Cenerentola” di Charles Perrault: la scarpina della quale, in origine, sarebbe dovuta essere di “varie” (una sorta di pelliccia); e solo per una fortunata disgrazia diventa di “vere”, cioè di vetro. Una scarpina di vetro è sicuramente più fantastica di una qualunque pantofoletta di pelo, e più ricca di seduzioni, anche se figlia del calembour o dell’errore di trascrizione.”
La Glitch Art, eh? Mi sembra una bella scusa, anche con una valenza quasi culturale, per mandare in giro schifezze. Al momento la “merda d’artista” di Piero Manzoni rimane insuperata.
Ciao Luigi ci sono ampi rischi certo ma non siamo d’accordo, ci sono interventi veramente interessanti