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Ritratti di artisti: i grandi maestri dall’altra parte della tela

I ritratti sono ben più che la semplice riproduzione di un volto. Un ritratto può infatti celare molteplici storie: la storia del protagonista del quadro, la storia di come l’artista percepisce il soggetto e la storia del legame tra i due. Che la visione artistica e personale di ogni artista sia cruciale nella resa di un ritratto diventa evidente quando sono i grandi maestri dell’Ottocento e del Novecento a spostarsi dall’altra parte della tela e ad essere raffigurati da altri pittori.

Ecco che i loro ritratti, realizzati con stili sempre nuovi e inaspettati, ci permettono d’intraprendere un vero e proprio viaggio nella storia, negli incontri e nella personalità di questi grandi artisti.

Vincent Van Gogh

Partiamo da un vero rivoluzionario nell’uso del colore: Vincent Van Gogh. E’ infatti il colore ad essere protagonista di molti ritratti dell’artista olandese. La presenza ricorrente di tinte accese, complementari e quasi stridenti – per lo più il blu e l’arancione – sembra rivelare l’essenza del Vincent uomo, oltre che dell’artista, agli occhi dei suoi contemporanei.

In “Autoritratto con cappello di feltro” del 1887 Van Gogh predilige il blu intenso, come a suggerire una percezione cupa e profonda di se stesso, la stessa che emerge dal dipinto realizzato dal pittore e amico australiano John Russel, conosciuto a Parigi. Alcuni ritratti realizzati da altri artisti sono più luminosi e rivelano diversi lati della personalità del pittore. Toulouse-Lautrec ritrae l’amico con lo sguardo perso tra i suoi pensieri, solo al tavolino di un bar. E’ un’immagine malinconica e, allo stesso tempo, partecipe e affettuosa.  I due, infatti, erano uniti sia dall’amore inesauribile per la pittura sia da un senso di solitudine causato da una fragilità – fisica per Lautrec, mentale per Van Gogh. Ecco, infatti che in “Van Gogh mentre dipinge i girasoli”, Gauguin coglie l’artista assorto nel pieno del processo creativo nella realizzazione dei “Girasoli”, in un momento di sollievo che solo la pittura era in grado di regalargli.

Claude Monet

Passiamo al ritratto di un altro artista che ha segnato la storia dell’arte dell’Ottocento: Claude Monet.

Il suo autoritratto del 1886 ci restituisce l’immagine classica ottocentesca di un uomo risoluto che fissa l’osservatore con uno sguardo penetrante. Più spontaneo è il ritratto che ne fa Auguste Renoir in “Monet che legge”, un quadro che ci consegna un momento di intima tranquillità in cui Monet è colto mentre legge un giornale e fuma la pipa. E’ noto infatti che tra i due, conosciutisi in un atelier di Parigi, si stabilì un rapporto di fraterna amicizia, di fondamentale importanza per la crescita umana e pittorica di entrambi, tanto che non di rado i due lavoravano seduti fianco a fianco per dipingere lo stesso soggetto. Anche la tela “Monet che dipinge sulla sua barca” è testimonianza del rapporto di reciproca stima e affetto che intercorreva tra Monet e un altro impressionista, Édouard Manet. Monet è ritratto mentre intento a dipingere en plein air su il suo atelier galleggiante, in un’atmosfera sospesa resa dalla mobilità dell’acqua e dai mille riflessi che la colorano. Molto diverso è il ritratto che ne fa l’americano John Singer Sargent che fu allievo di Monet: i colori più scuri e la posa più impostata del soggetto comunicano immediatamente il rapporto di formale autorevolezza tra i due, totalmente diverso dal legame di amicizia che emerge negli altri dipinti.

Henri Matisse

Restiamo in Francia per scoprire i diversi volti di Henri Matisse, capofila della corrente artistica dei Fauves (in francese “bestie”) così denominati per l’uso violento e quasi selvaggio del colore.

Non è un caso che nell’autoritratto realizzato da Matisse nel 1908 i contrasti la facciano da padrone: la pelle verde e rosa a stride con la barba scura e contro uno sfondo verde chiaro intervallato da pennellate azzurre intense. Il carattere iconico dell’opera sembra esprimere l’immagine severa e impegnata che gli amici di Matisse si erano fatti di lui, tanto da soprannominarlo “il dottore”. Ritroviamo lo stesso sguardo tagliente nei ritratti realizzati da altri artisti, seppur con stili diversi. Nel 1905 Andre Derain usa tinte accese per dipingere Matisse, allora suo mentore, come se la sua figura emergesse direttamente dai colori dello sfondo, senza linee a separarla da quest’ultimo. Il ritratto che invece ne fa l’artista russa Marie Vorobieff, che aveva conosciuto Matisse a Parigi, presenta gli influssi cubisti che caratterizzano la ricerca artistica della pittrice in quel periodo. Quasi a sintetizzare i caratteri emersi da questi ritratti, l’opera realizzata molti anni dopo, nel 2010, da Nancy Rourke riprende ancora l’espressione autorevole di Matisse, ma ne smorza la severità attraverso l’uso audace dei colori che l’artista stesso amava.

Pablo Picasso

Concludiamo con una serie di ritratti di Pablo Picasso per scoprire che, così come il grande maestro e del Novecento era stato in grado di rappresentare realtà da prospettive non convenzionali, così vari artisti a lui contemporanei ritrassero lo stesso Picasso sotto diverse luci e angolazioni, non sempre positive.

Nel 1912, quando l’artista spagnolo è già un punto di riferimento negli ambienti parigini per il merito di aver iniziato la sperimentazione del cubismo, Juan Gris raffigura Picasso nel suo ruolo di pittore, con la tavolozza in mano, proprio riprendendo la tecnica cubista. L’iscrizione in basso a destra alla tela, «Hommage à Picasso», dimostra il rispetto di Gris verso il collega. Più pungente è invece il ritratto che fa Amedeo Modigliani nel 1915. Sicuramente l’artista italiano riconosce il talento di Picasso, ma non senza ironia.  La scritta sulla destra «SAVOIR» sembra non essere soltanto un motto di omaggio ma anche un commento ironico a proposito di un “monsieur je-sais-tout”. Tuttavia, nel 1947 Salvador Dali lo raffigura in una maniera ancor più sferzante. Con questa opera, se da un lato Dali celebra il genio di Picasso, dall’altro ne fa un ritratto sarcastico: gli occhi cavi, una vipera come lingua, un masso come corona sono alcuni degli elementi che ci ricordano il rapporto divergente tra questi due grandi artisti.

Se come noi di Mostrami, anche voi siete affascinati da come lo sguardo di ogni artista possa cogliere l’espressione di un volto e riprodurlo in una maniera irripetibile e inaspettata, esplorate la pagina dedicata a Dipingimi, il nostro servizio personalizzato di ritratti su commissione.

Perché non farvi lasciarsi sorprendere o sorprendere i vostri amici e i vostri cari con un’immagine che vi o li rappresenti sotto una luce unica e personale?

Di certo noi proveremo a stupirvi con le storie di altri ritratti che hanno segnato la storia dell’arte.

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