I murales, oltre ad essere una forma artistica, sono sempre stati anche un modo per comunicare tematiche sociali come simbolo di protesta. Queste opere d’arte sono sempre più apprezzate dalla comunità e spesso sono gli stessi cittadini a chiedere murales su commissione. Altrettante volte però gli street artist sono costretti ad agire nell’ombra, soprattutto se il soggetto che intendono rappresentare può essere mal visto da alcuni.
Mostrami ha raccolto per voi alcuni esempi di questi murales che spesso hanno fatto non solo riflettere, ma anche parlare molto. Ci siamo concentrati a Roma in quanto è una città in forte fermento nell’ultimo periodo, soprattutto per quanto riguarda murales su tematiche sociali. L’obiettivo di questa raccolta non è solo quello di farvi riflettere, ma anche di diffondere il talento dei giovani artisti.
Date un’occhiata alla nostra raccolta e vedete se la street art fa al caso vostro!
Laika – “Stavolta andrà tutto bene”
L’ultimo murales di Laika è apparso a Roma nella notte tra il 10 e l’11 febbraio. Si tratta di un poster raffigurante Giulio Regeni che abbraccia Patrick Zaky, studente torturato in Egitto e tuttora detenuto in carcere. Ciò che più commuove dell’opera e che Regeni stia sussurrando all’orecchio di Zaky una frase che fa incredibilmente rumore: “Stavolta andrà tutto bene”. L’artista afferma che questa frase ha una duplice funzione: da una parte un messaggio di speranza per lo studente detenuto, dall’altra un monito all’Egitto per affermare che ciò che è accaduto a Giulio Regeni non deve più ripetersi. Davanti alle figure è stata anche inserita la scritta “libertà” in arabo, a rafforzare il messaggio che l’artista intendeva trasmettere. Nella notte del 14 febbraio qualcuno ha rimosso il poster dal muro. Laika in seguito al gesto scrive su Instagram: “Qualcuno ha mostrato la sua debolezza con questo gesto. Quella sagoma bianca, quell’ombra che rimane fa quasi più rumore di prima. L’opera ha fatto il suo corso…. forse”.
Quel forse in effetti è essenziale: il poster è stato riattaccato tra il 18 e 19 febbraio sul muro che circonda Villa Ada, a pochi passi dall’Ambasciata Egiziana. La giovane street artist in seguito alle richieste di riattaccare l’opera ha accontentato chi come lei sostiene la causa. Al poster è stata però fatta un’aggiunta: un uomo rappresentato nell’esatto momento dello strappo. Dall’apertura si intravede una folla manifestante per la liberazione dello studente egiziano, con tanto di cartelli “Free Patrick”. La street artist afferma che con queste aggiunte ha voluto affermare che “nessuno può ridurci al silenzio, che si può strappare un disegno ma che dietro ad esso ci sarà sempre qualcuno pronto a gridare a gran voce”.
Laika – Berlusconi lascia Palazzo Grazioli
In Via degli Astalli, a pochi passi dalla casa di Silvio Berlusconi, lo street – artist Laika lo omaggia con una poster art, ovvero opere su carta applicate sui muri in un secondo momento. . Il murales lo ritrae mentre porta sulle spalle i classici scatoloni da trasloco, che riportano le targhe “Fascicoli processuali” e “Ricordi”. Da quest’ultimo spunta una statua, a tratti censurata, del Dio Priapo. Il commento dello street artist sulla, ormai ex, dimora di Berlusconi è stato: “Se quelle mura potessero parlare, ne avrebbero di storie da raccontare…”
Laika – #JeNeSuisPasUnVirus
Quello su Zaky e Regeni non è il solo poster con cui Laika dimostra il suo attivismo. Nella notte del 4 febbraio era stato lasciato un altro segno sui muri di Roma, altrettanto rumoroso. L’opera rappresenta la ristoratrice cinese Sonia Zhou, tra le più celebri nella capitale, con tuta bianca e mascherina. Il suo ristorante ha 150 coperti e la fila all’ingresso, ma nelle ultime settimane la ristoratrice afferma di faticare a occupare 50 tavoli. Nel poster oltre a Sonia appare la scritta “C’è in giro un’epidemia d’ignoranza… dobbiamo proteggerci!!!”. La ristoratrice inoltre tiene un mano un cartello l’hashtag #JeNeSuisPasUnVirus e una scodella di riso. L’obiettivo di questo poster, afferma la street artist, è quello di usare l’arte come mezzo contro la psicosi. Il ristorante di Sonia infatti è uno dei più fortunati in quanto mantiene comunque dei clienti fidelizzati; molti esercizi commerciali sono invece stati costretti alla chiusura momentanea.
Harry Greb – Pandemia
Il murales di Laika non è il solo a schierarsi contro la psicosi del coronavirus. Nei vicoli di Trastevere si può trovare l’ultima opera dello street artist Harry Greb, rappresentante un panda con una mascherina con la bandiera cinese, dal titolo “Pandemia”. L’artista afferma che l’obbiettivo del murales è duplice: da una parte porre l’accento sul pericolo di un’epidemia, dall’altra cercare di scoraggiare la psicosi collettiva degli ultimi giorni. Il soggetto principale del murales è un panda perché, oltre al gioco di parole col titolo, è l’animale simbolo della Cina. Non è un caso che l’opera sia stata posizionata a fianco del negozio di un immigrato, a sottolineare il sostegno che l’arte dà a coloro che spesso vengono discriminati ed emarginati.
Harry Greb – L’ama non mama
Tra il 20 e il 21 febbraio Harry Greb ha posizionato un altro poster per le vie di Roma: “L’ama non m’ama”. L’opera rappresenta la sindaca di Roma Virginia Raggi e il presidente del Lazio Nicola Zingaretti; i due si dondolano su un’altalena poggiata su un cumulo di rifiuti. L’artista afferma che il suo intento era quello di ironizzare sul rapporto tra i due e sul fatto che non corra buon sangue; nonostante in questo momento la questione sui rifiuti della capitale non sembri un’emergenza, girando per i parchi della città la situazione sembra tutt’altro che risolta. L’appello di Harry Greb è quello di ricercare un intervento definitivo e non emergenziale e che Raggi e Zingaretti smettano di scaricarsi le colpe per raggiungere questo obiettivo.
Harry Greb – Poster su Papa Francesco
Purtroppo altri murales dello street artist Harry Greb hanno avuto vita breve, come quello rappresentate Papa Francesco come il protagonista di un film di Tarantino o quello che rappresenta sempre il Papa in uno scontro contro Bruce Lee. L’obiettivo dell’artista era quello di ironizzare sull’episodio in cui Bergoglio ha tirato uno schiaffetto sulla mano di una fedele troppo invadente. Nonostante le scuse del Pontefice non sono mancati contenuti ironici sull’episodio, e lo stesso Harry Greb ha deciso di rappresentarlo con un poster dalla vena satirica. Entrambe le opere sono state cancellate e l’artista è stato portato in Questura.
Ecco alcuni murales su tematiche sociali che Mostrami ha raccolto per voi!
Questi esempi dimostrano che la street art può assumere diverse forme ed adattarsi a diversi soggetti a seconda delle tematiche, che a loro volta possono essere le più svariate.
Se anche voi siete stati ispirati da questi giovani artisti potete realizzare un murales su commissione nella vostra abitazione, azienda o esercizio commerciale. Grazie al nostro collettivo siamo in grado di offrirvi una vasta gamma di tecniche e stili tra cui scegliere. Grazie ad una speciale vernice antismog potrete inoltre realizzare un’opera in grado di pulire l’aria proprio come un bosco!
Tutti i dettagli e le informazioni che vi servono potete trovarle sulla nostra pagina dedicata ai murales su commissione