Gaming e musei non sono due parole che vengono spesso associate ma qualche museo ha deciso di avventurarsi pionieristicamente nel settore dei videogiochi per promuovere la fruizione della cultura ad un pubblico che, prima di tutto, necessita di essere intrattenuto. In attesa della riapertura di musei e mostre, prevista per il 18 maggio, le iniziative per vivere la cultura a distanza continuano a proliferare e vengono in soccorso a chi come noi è affamato di cultura.
Il filosofo Aristotele metteva in relazione il gioco con la felicità e non mancano i musei che hanno creduto nella forza rivoluzionaria del videogioco e nel suo potere educativo attraverso lo stimolo dell’attenzione e della fantasia che riesce ad avvicinare i giovani all’arte e alla storia.
Prisme7 è un videogioco ludico e pedagogico, realizzato da Olivier Mauco di Game in Society e Abdel Bounane di Bright con il sostegno dei Ministero dell’Educazione nazionale e della gioventù, per scoprire le maggiori opere del Centre Pompidou oltre che i principi della creazione artistica moderna e contemporanea: osservare, comprendere, decostruire e creare.
Permette di apprendere le caratteristiche plastiche e sensoriali delle opere d’arte entrando in contatto con una quarantina di opere del museo d’arte moderna. Attraversando colore e luce il giocatore potrà interagire con opere come Le Rhinocéros di Xavier Veilhan, New York City di Piet Mondrian, Big Electric Chair di Andy Warhol o i celebri “tubi”, che caratterizzano l’edificio del Centre Pompidou, immaginati da Renzo Piano e Richard Rogers. 7 livelli di gioco esplorano la relazione tra colore e funzione, colore e emozione e luce e immersione. Il gioco permette anche di allestire la propria galleria d’arte virtuale personale.
Potete scaricare il videogioco gratuitamente da qui, disponibile in inglese e francese su mobile (IOS/Android) e computer (PC/Mac).
Il Museo Archeologico Nazionale di Napoli è stato il primo museo al mondo a produrre e distribuire un videogioco applicato alla sua collezione: Father and Son. Si tratta di un videogioco narrativo che racconta il viaggio di un figlio alla ricerca dello sconosciuto padre archeologo. Il giocatore, durante l’esperienza di gioco, attraversa diverse epoche storiche: dall’antica Roma, all’Egitto, passando per l’età borbonica fino alla Napoli di oggi. Quella che inizia come un’esperienza personale diviene così una storia universale e senza tempo, dove il presente ed il passato si alternano in una serie di scelte significative per il giocatore stesso. Il progetto è stato sviluppato da TuoMuseo, organizzazione internazionale per lo sviluppo di soluzioni innovative in ambito culturale. Esplorando le strade della città partenopea e le sale del museo, il giocatore incontra storie che attraversano epoche, ma che presentano costanti riferimenti alla vita attuale.
Father and Son si serve di grafiche dipinte a mano, in questo modo riesce a dare vita alle atmosfere del passato e contemporaneamente raccontare la Napoli di oggi. L’artista inglese Sean Wenham è riuscito a sviluppare una rappresentazione vivida e accurata della vita attraverso il tempo, a tal punto che vengono trasmesse al giocatore quelle sensazioni che si provano passeggiando per le storiche vie della Napoli di oggi.
“In Father and Son due mondi, apparentemente lontani, dialogano per raggiungere, toccare e sensibilizzare il pubblico mondiale sul complesso tema del rapporto tra presente e passato” – racconta Fabio Viola, Game Producer e Presidente di TuoMuseo.
È possibile scaricare gratuitamente il videogioco da qui, in lingua italiana o inglese.
A Life in Music è il primo mobile game realizzato da un teatro d’opera, il Teatro Regio di Parma, sviluppato da TuoMuseo. Il gioco esplora l’amicizia, la tenacia, la fiducia, il coraggio, il sacrificio, per raccontare una storia universale che ha per protagonista la musica, in cui passato e presente si intrecciano e dove ogni scelta, proprio come quelle effettuate dal giocatore, determina il proprio futuro.
La storia si costruisce attorno a due personaggi: Antonio, giovane suonatore di pianoforte, appassionato di musica e fan di Giuseppe Verdi, sogna di diventare un musicista di successo; Silvia, bella e spigliata, cantante in una band indie rock ha l’ambizione di diventare una vocalist di fama mondiale. Un’estate ha così inizio la storia della loro amicizia, raccontata in 9 atti e 9 intermezzi verdiani, che si compirà nei luoghi che furono e sono di Verdi: Parma e il suo Teatro Regio, Busseto e Villa Verdi a Sant’Agata. E sarà proprio al Teatro Regio che, dieci anni dopo, si svolgerà il finale del gioco, la musica avrà cambiato le loro vite?
La passione e il talento musicale, così come le difficoltà per potersi costruire una prospettiva di vita grazie ad essi, accomunano le esperienze e le emozioni di moti ragazzi e ragazze, non solo di oggi. Lungo i 9 atti percorsi da Antonio e Silvia si individuano vicende o situazioni emotive che richiamano quelle vissute in prima persona da Giuseppe Verdi: la mancata ammissione al conservatorio, l’amore, i viaggi, i primi successi. Giocando A Life in Music ci si imbatterà dunque in improvvisi viaggi indietro nel tempo: sulle note di un brano verdiano, si vivranno episodi della biografia verdiana, con ambientazioni e dialoghi veritiere.
Per il gioco è stata composta una colonna sonora originale suddivisa in 19 tracce create dal musicista polacco Arkadiusz Reikowski e da altri artisti. Le ambientazioni sono state sviluppate su dipinti realizzati a mano creando un’atmosfera unica.
A partire dal 2021 sarà elaborata la sceneggiatura del gioco che dall’approccio story-telling della fase pilota si svilupperà in una nuova fase story-doing, rendendo più attiva la partecipazione del pubblico per creare un più stretto legame tra le scelte del player e lo sviluppo del game.
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Past for Future è il videogioco ufficiale del Museo Archeologico Nazionale di Taranto, realizzato in collaborazione con il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e sviluppato dal collettivo di artisti TuoMuseo.
Past for future è un gioco 2D narrativo a scorrimento orizzontale che esplora i sentimenti umani connessi con il nostro presente, ingabbiato tra ciò che sarebbe potuto accadere a fronte di scelte diverse nel passato e quello che potrà essere nel nostro futuro. Attraverso il viaggio, fisico e metaforico, ci muoveremo da Londra a Taranto alla ricerca di una misteriosa donna scomparsa. Past for Future è un’esperienza. Un lungo viaggio investigativo nella città di Taranto e nei tesori del Museo Archeologico Nazionale di Taranto. La domanda a cui devi rispondere non è “Dove?” ma “Quando?”.
William, il protagonista, dovrà intraprendere un viaggio che lo condurrà a svelare misteri e a scoprire i tesori del Museo Archeologico di Taranto (MArTA). William interagirà con tanti personaggi con dialoghi a scelta multipla che cambieranno il corso della storia. Ogni sua mossa e ogni sua scelta influenzeranno la storia e porteranno a finali alternativi. Il giocatore si muoverà in diversi luoghi anche attraverso i salti temporali che lo porteranno nella Taranto colonia spartana, oltre che nelle zone di provincia, nella Taranto sotterranea e alla Tomba degli Atleti. Il MArTA, il più importante museo della Magna Grecia, è l’anello di congiunzione di una storia familiare che si sviluppa a Taranto, con scenari splendidamente creati attraverso dipinti di Tida Kietsungden: il giocatore sarà catapultato nel porto di Taranto, passeggerà tra le vie del centro storico, visiterà lo splendido Museo Archeologico e si tufferà nelle strade della città.
“Past for Future si candida ad essere un’espressione artistica e culturale della contemporaneità ed eleva il videogioco a forma d’arte dei nostri giorni.” – Fabio Viola, Game director del progetto.
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