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L’Arte che Riparte: via libera alla riapertura delle mostre

L’emergenza è sotto controllo, le attività stanno riprendendo e le persone iniziano a uscire, l’arte non manca all’appello: in tutta Italia sono numerose le associazioni culturali e i musei che hanno riaperto i loro spazi al pubblico e attivato nuove mostre.

L’arte non riparte sicuramente senza prima aver preso tutte le precauzioni necessarie alla sicurezza dei visitatori: oltre ai classici obblighi di mascherina, distanziamento sociale e percorsi espositivi ridefiniti per regolare i flussi, in adeguamento alle linee guida per la riapertura dei musei, vengono installati termoscanner all’ingresso, barriere in plexiglas alla biglietteria e distributori di gel igienizzanti sparsi per gli spazi espositivi. Ne risulta che anche i musei, come la maggior parte delle attività aperte al pubblico, hanno dovuto ridurre la loro capacità.

A Venezia si riparte da un progetto interdisciplinare per tornare a parlare di un’altra grande urgenza del nostro secolo: l’innalzamento delle acque e l’importanza della tutela dei mari, problematiche a cui la città lagunare è particolarmente soggetta. Tutto questo si condensa in Territorial Agency: Oceans in Transformation, commissionato da TBA21–Academy di Venezia e curato da Daniela Zyman. Il 19 maggio è stata accesa un’installazione luminosa sulla facciata della chiesa di San Lorenzo: due led di luce pulsante che attraversano la facciata orizzontalmente, sospesi a tre metri e mezzo di altezza, indicano il livello a cui arriverà l’acqua della laguna secondo gli studi scientifici. Come dei segnali luminosi, i led segnano anche l’inizio del palinsesto di incontri e iniziative, il quale si svolgerà online in attesa dell’apertura vera e propria di Ocean Space a Venezia, prevista per il 27 agosto 2020. Nel frattempo, al pubblico viene data la possibilità di approfondire il progetto di ricerca alla base della mostra che verrà inaugurata all’interno dello spazio, incentivandolo a una maggiore consapevolezza ecologica.

Dal 19 maggio il Castello di Rivoli ha prontamente riaperto le porte al pubblico. Una ripartenza sotto i dettami della sicurezza, dell’accoglienza e dell’entusiasmo di poter mettersi a disposizione dei visitatori nuovamente a seguito di una lunga chiusura supportata esclusivamente dalle attività digitali. Un momento in cui la cautela non nasconde la voglia di ridefinire una “nuova normalità” anche all’interno della vita del museo. Uno dei concetti posti a fondamento della riapertura, su cui il Castello di Rivoli intende erigere la propria attività è quello di “slow museum”, una dicitura presa in prestito dallo slow food per indicare “un nuovo concetto di museo radicato nel proprio territorio eppure conosciuto in tutto il mondo, in cui apprezzare l’arte attraverso il proprio corpo in spazi ampi e con tempi lunghi, anziché frettolosamente, un museo che a livello fisico si rivolge per ora principalmente a visitatori regionali e italiani ma che è aperto a trasformare il mondo in una rete di scambio di diverse realtà locali”, come spiegano gli organizzatori.

Ecco le mostre che si possono vedere al Castello di Rivoli: riaperta la mostra Di fronte al collezionista. La collezione di Uli Sigg di arte contemporanea cinese che raccoglie opere di artisti come Feng Mengbo, Ai Weiwei, Shao Fan, Liu Ding, Mao Tongqiang, Sun Yuan & Peng Yu e Zhang Xiaogang; la mostra Giorgio Morandi. Capolavori dalla Collezione di Francesco Federico Cerruti a cura di Carolyn Christov-Bakargiev, con Fabio Cafagna e Laura Cantone; il progetto speciale James Richards. Alms for the Birds e la mostra Claudia Comte. Come crescere e avere sempre la stessa forma, curate da Marianna Vecellio. Ad eccezione della mostra dedicata a Morandi che resterà aperta al pubblico fino al 26 luglio, tutte le altre mostre saranno prorogate fino al prossimo 30 agosto. Inoltre il Castello di Rivoli è il primo museo pubblico a ospitare una mostra dell’artista torinese, di origine siciliana, Renato Leotta (Torino, 1982), le cui opere scaturiscono da una lenta e prolungata osservazione di un luogo o di un paesaggio. È aperta e visitabile anche la Collezione Permanente, che raccoglie significative opere dal Novecento fino ai giorni nostri; infine, ha riaperto da sabato 23 maggio la Collezione Cerruti, nuovo polo museale del Castello di Rivoli inaugurato nel maggio 2019.

Pirelli HangarBicocca ha riaperto le sue porte da sabato 23 maggio, dopo la chiusura degli spazi espositivi causata dall’emergenza sanitaria. Viene assicurata un’esperienza di visita in totale sicurezza e si ha la possibilità di ammirare le mostre ….the Illuminating Gas di Cerith Wyn Evans e the eye, the eye and the ear di Trisha Baga, oltre all’installazione permanente I Sette Palazzi Celesti di Anselm Kiefer.

Ripartono le attività culturali anche dell’Instituto Cervantes di Roma. Dal 27 maggio nella Sala Dalí di piazza Navona è visitabile la mostra L’universo di Ignacio Goitia, rinviata lo scorso marzo. Arriva così, per la prima volta in Italia, l’esposizione organizzata in collaborazione con Diputación Foral de Bizkaia che raccoglie quadri, disegni e installazioni tridimensionali del pittore e creativo basco. Una sorta di sunto ideale del percorso artistico di Ignacio Goitia, raccontato dalle sue opere più evocative in cui libertà e rispetto per le diversità sono valori fondamentali. Si potrà ammirare la sua arte a partire dai primi quadri, che raffigurano delle giraffe all’interno di un palazzo, passando alla serie dedicata alla colonizzazione e alla globalizzazione, fino all’influenza della tradizione romana, che si può notare non solo nel passato, ma anche nel presente. Nella maggior parte delle opere di Goitia è presente l’energia e la vitalità di edifici che compongono le città di oggi ma costruiti in epoche lontane, poiché le diverse tematiche che affronta nei suoi quadri sono ambientate in edifici architettonici costruiti generalmente secoli prima.

 

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