Non tutti i musei contemporanei sono come vi aspettereste: dimenticate per un momento i quadri impressionisti, le statue romane o le installazioni concettuali, fate posto invece alle tazze del water, al passo felpato del felino idolo delle nostre case e ai boccoli di innumerevoli donne dallo spirito romantico.
Ecco la seconda parte dell’articolo sui cinque musei del tutto fuori dagli schemi ma che non mancano mai di produrre arte e cultura!
Il Museo dei Bagni Sulabh ha una rara collezione di fatti, immagini e oggetti riguardo l’evoluzione dei gabinetti dal 2500 A.C. ad oggi. Il museo offre una rassegna cronologica relativa alla tecnologia usata nei bagni, sugli usi e costumi sociali relativi all’uso del gabinetto, sul bon ton da seguire in bagno, sulle condizioni sanitarie e le norme legislative delle varie epoche. Il museo dispone di una vasta collezione di gabinetti, vasi da notte, bidet, arredamento da bagno e latrine in uso dal 1145 fino ai tempi moderni. Si possono trovare infatti orinatoi finemente lavorati e ornati da incisioni, vasi da notte di epoca romana in oro e argento e il gabinetto con sciacquone ideato da Sir John Harrington per la Regina Elisabetta I ne 1596. Raccoglie, inoltre, una rara collezione di poesie dedicare ai gabinetti e al loro uso.
Visitando questo museo si potrà capire come era la vita prima che il W.C. portasse i suoi benefici e comodità oltre ai cambiamenti che questa invenzione ha portato nella società.
Il Katten Kabinet (letteralmente Gabinetto del Gatto) è un museo di Amsterdam fondato da Bob Meijer per commemorare il suo compagno felino dal pelo rosso John Pierpont Morgan, omonimo del ricco banchiere statunitense.
La collezione del Katten Kabinet offre un ampio sguardo al ruolo del gatto nell’arte e nella cultura attraverso i secoli. Seguendo questo intento, dal 1985 contiene una ricca collezione di oggetti, sculture, poster e opere d’arte raffiguranti gatti, provenienti da tutti gli angoli del pianeta. Sono presenti anche quadri di Picasso, Toulouse-Lautrec, Rembrand e altre firme storiche dell’arte mondiale. L’edificio mantiene la struttura originale del 17° secolo, molto ben manutenuta negli anni, con pavimenti lucidi e scricchiolanti in legno, pareti foderate di stoffe e damaschi e infissi di stucco bianco.
Visitando il museo potrà sembrare che i veri titolari del museo siano i gatti. Non è affatto inusuale, infatti, curiosando fra le feline opere di questo museo, trovare qualche micio addormentato fra le sue riproduzioni in ceramica o in legno, o intento a sgattaiolare su e giù per le scale e tra le sale oppure alla ricerca di qualche coccola e attenzione dai visitatori.
Inaugurato a settembre 2012, il Gelato Museum Carpigiani è un centro culturale d’eccellenza per la comprensione e l’approfondimento della storia, cultura e tecniche di preparazione del gelato artigianale e delle professionalità di coloro che lo hanno trasformato nel corso dei secoli.
Il museo racconta il gelato sulla base di un percorso interattivo su 3 livelli di lettura, dalle origini ad oggi: l’evoluzione del gelato nel tempo, la storia della tecnologia produttiva e dei luoghi e modi di consumo del gelato.
All’interno del museo, sviluppato su oltre 1000 metri quadrati, sono esposte 20 macchinari originali, postazioni multimediali, numerose fotografie e documenti storici, preziosi strumenti ed accessori d’epoca ed inedite video-interviste. Vengono raccontate le prime tecniche di conservazione della neve e del ghiaccio, gli antenati del gelato, la sua nascita e diffusione e le nuove tecnologie applicate a questo gustosissimo prodotto.
Il Gelato Museum sorge presso la sede Carpigiani ad Anzola dell’Emilia, all’interno di ex spazi industriali ora convertiti in una struttura innovativa per lo studio e l’approfondimento della storia del gelato artigianale.
Considerato uno dei musei più strani al mondo il Museo dei Capelli di Avanos, in Turchia, non poteva non far parte di questa lista. Fondato dall’artigiano Chez Galip, l’inusuale stabilimento è pieno di ciocche di capelli appartenenti a più di 16000 donne. Pareti, soffitto e tutte le superfici, tranne il pavimento, sono ricoperte dai capelli delle diverse donne che hanno visitato questo museo insieme a un’etichetta che riporta il loro indirizzo.
Il museo nasce più di 30 anni fa quando un’amica del fondatore Galip dovette lasciare la città e per consolare la tristezza dell’amico gli donò una ciocca dei suoi capelli, un gesto che lasciò all’amico qualcosa per ricordarla per sempre. Da quel momento le donne che visitavano quel posto e venivano a conoscenza della storia gli diedero a loro volta una ciocca dei loro capelli. Negli anni, la quantità di capelli che stazionano in quel museo ha raggiunto una quantità impressionante.
Due volte l’anno il primo cliente che visitò il Museo dei Capelli è incaricato di scegliere le dieci vincitrici tra le innumerevoli ciocche donate. Queste fortunate vincono una vacanza completamente pagata nella bella Cappadocia, un riconoscimento del fondatore del museo verso le donne che hanno deciso di donare una piccola parte di loro stesse.
Il Museo dei Capelli è gratuito e le donne che lo visitano non sono costrette a donare i propri capelli ma se volessero forbici, carta e penna vengono prontamente fornite.
Conoscere una città visitandone le viscere permette di entrare nel suo cuore pulsante e di viaggiare nel tempo. Infatti lo sviluppo delle fognature nella storia ha avuto un ruolo cruciale nell’evoluzione dei villaggi e delle città, favorendo le pratiche igieniche personali e limitando di conseguenza la diffusione di malattie.
La Parigi sotterranea è fatta di gallerie e cunicoli che riproducono sotto terra quasi tutte le vie della città, in alcuni casi è ancora visibile la targa riportante il nome della strada. Le fogne di Parigi hanno raggiunto una fama pari a quella della città e sono diventate un’interessante attrazione turistica che accoglie più di 90.000 visitatori l’anno grazie al Museo delle Fogne (Musée des Egouts).
Il percorso guidato inizia da un tombino situato nei pressi del ponte dell’Alma e si snoda attraverso le gallerie sotterranee, nelle quali si susseguono stampe e pannelli che mostrano l’evoluzione del sistema fognario parigino. Dei 2300 km di fogne percorribili, solo una parte è aperta al pubblico: si tratta di circa 500 metri lungo i quali vengono organizzate le visite guidate.
I primi a sviluppare una rete fognaria furono i Romani, e le fogne di Parigi risalgono esattamente a quel periodo: il primo tratto fu infatti realizzato in epoca romana nei pressi del Boulevard Saint-Michel. Nel 1374 fu avviata la costruzione del sistema fognario parigino, con la sua struttura ad arco in muratura che secondo le leggende ospitò malviventi e furfanti dando loro un nascondiglio segreto durante gli anni della rivoluzione.
Nel 1854 iniziarono i lavori di ristrutturazione e rifacimento che diedero vita all’attuale sistema di fogne parigine visitabili in questo inusuale museo.
Non perdete la prima parte di questo articolo se vi interessa scoprire altri musei totalmente inusuali!