La streetart negli ultimi anni ha assunto un ruolo cardine all’interno della realtà urbana, i murales si pongono come interlocutori privilegiati nei confronti della popolazione, in grado di colpire, affascinare e, a volte, di innescare un cambiamento. L’arte è una forza creativa dinamica, in continuo movimento ed evoluzione, che si adatta ad ogni contesto e tende ad occupare anche gli spazi che meno ci aspetteremmo; essa tende sempre di più ad uscire dalle gallerie per riversarsi nelle piazze, sulle pareti delle fabbriche dismesse, nei giardini, in luoghi pubblici e privati.
Si basa proprio sulla capacità comunicativa della streetart il progetto “Fare la Kalsa – Memoria che affiora” esso si è concentrato sul quartiere Kalsa di Palermo – una realtà dove luoghi di notevole rilevanza culturale quali le Chiese, il complesso di Santa Caterina, il Teatro Finocchiaro e i resti delle mura puniche, devono sopravvivere a condizioni di estremo degrado – con l’obiettivo di coinvolgere gli abitanti del territorio e gli artisti con i loro murales nella riqualificazione della zona.
La prima fase del progetto si chiama “Raccontare” e comprende mappature, interviste, momenti di condivisione da parte dei residenti e utilizzo dell’arte come strumento di conoscenza del territorio.
La streetart, in questo caso localizzata sulle saracinesche dei negozi del quartiere, è quindi stata pensata come primo gradino di un processo che inneschi una trasformazione del tessuto civile. Questa prima parte si è conclusa il 4 gennaio quando si sono tenuti un aperitivo sociale e la presentazione del progetto.
Noi di Mostrami abbiamo intervistato Giuseppe Arici che insieme a Marie Kammler fa parte di KNOT studio, realtà che ha deciso di avviare il progetto di riqualificazione urbana.
Come è nato il progetto “Fare la Kalsa – Memoria che affiora”?
L’idea di progetto prende avvio quasi un anno fa da alcuni ragionamenti sul coinvolgimento degli attori di un territorio nei processi di trasformazione urbana, Il progetto intende affrontare azioni in tutto il mandamento Tribunali-Kalsa e dopo un anno di ragionamenti abbiamo deciso che era tempo di ‘passare all’azione’.
In che modo avete individuato gli artisti da coinvolgere?
Alla residenza per artisti B&B Mojo in cui turisti artisti e residenti si incontrano liberamente, abbiamo avuto modo di conoscere e ospitare vari streetartist. Uno di questi ospiti è stato NessuNettuno, artista messinese; lui ha poi coinvolto vari artisti siciliani, a cui si sono aggiunte due artiste venete.
Perché avete pensato alla streetart?
La streetart ci ha permesso di raccontare e mettere in luce ciò che già esisteva nel quartiere e svelarlo alla collettività, creando allo stesso tempo momenti di incontro e scambio tra chi vive questo spazio abitualmente e chi ci passa occasionalmente; la streetart inoltre ha una disponibilità strutturale al darsi, nella consapevolezza che il giorno dopo può essere cancellata e usata come base per qualcosa di diverso.
Perché avete deciso di realizzare i murales proprio sulle saracinesche?
Le saracinesche hanno un rapporto con la strada e dunque con la collettività ma allo stesso tempo sono degli spazi privati, intestati a dei proprietari specifici; ci piaceva l’idea di coinvolgere i residenti uno a uno nel processo facendoli appassionare all’idea, selezionando al contempo le saracinesche più in rapporto con lo spazio della piazza.
Quali sono stati i temi trattati dagli artisti nei loro lavori?
Abbiamo scelto il tema della memoria del luogo che ha consentito a ogni artista di lavorare in maniera personale soffermandosi su ciò che risuonava meglio con la propria ricerca: c’è chi ha fatto una ricerca iconografica sui Fenici (primo popolo a popolare Palermo), chi ha lavorato con leggende del luogo, chi con il simbolismo e chi con la memoria degli attuali abitanti.
Qual è stata la risposta di negozianti e residenti nei confronti degli artisti e delle loro opere?
Migliore di quella che ci aspettassimo. E’ stato bellissimo vedere i proprietari delle saracinesche e alcuni residenti passare con noi le giornate, dando consigli e aiutando in vario modo. La presentazione della mostra ci è servita come occasione per mostrare questo spazio come sarebbe se gli abitanti si riappropriassero della strada.
Grazie Giuseppe, noi di Mostrami abbiamo deciso di parlare di questo interessante progetto perché crediamo nella valorizzazione della giovane arte contemporanea come forza propulsiva del cambiamento sociale e riteniamo che “Fare la Kalsa – Memoria che affiora” ricalchi i nostri ideali.
Il progetto “Fare la Kalsa” dimostra come la streetart con la sua carica artistica giovane ed attuale, possa essere veicolo di una comunicazione efficace e come possa contribuire al cambiamento.
Noi di Mostrami crediamo nella forza propulsiva della giovane arte contemporanea ed è per questo che abbiamo avviato un servizio di murales interni ed esterni su commissione, che possono abbellire pareti e saracinesche, in modo da mettere in relazione gli spazi privati con la realtà circostante e coloro che ne fanno parte. Al link che segue parliamo di altri progetti di street art su saracinesca…. ottimi spunti per una bella passeggiata artistica!